L’olfatto è un senso atavico talmente importante che la sua percezione passa per una via molto più diretta rispetto agli altri sensi: un odore recepito a livello nasale viene inviato al bulbo olfattivo, struttura che si trova alla base del cervello, dove avviene già una prima decodificazione del messaggio. Da questa regione cerebrale le informazioni carpite vengono inviate al Sistema Limbico Emozionale, responsabile dell’associazione di un input a un significato emotivo.
Nel cane, animale macrosmatico (che si basa cioè sulle percezioni olfattorie piuttosto che su quelle visive) questo aspetto è enormemente accentuato dalle caratteristiche anatomiche del naso, dall’elevatissimo numero di recettori e dallo sviluppo delle aree del cervello dedicate alla decodifica di messaggi odorosi.
Il cucciolo nasce con le stesse competenze olfattive dell’adulto, ed è grazie ai primi utilizzi del suo naso che riesce a trovare la mamma e la fonte del nutrimento.
L’ambiente in cui vive il cucciolo nelle prima due settimane è pervaso da un numero limitato di odori che egli impara presto a riconoscere, iniziando a costruire una memoria olfattiva.
Il precocissimo sviluppo del senso dell’olfatto e gli ottimi risultati ottenuti già con la ENS (Early Neurological Stimulation) hanno portato Gayle Watkins a domandarsi se fosse possibile stimolare attivamente l’olfatto dei cuccioli per migliorare le loro prestazioni da adulti, e le risposte sono state sorprendenti.
Watkins ha creato in seguito alle sue osservazioni un programma di stimolazione denominato ESI (Early Scent Introduction) che consta nel proporre a ogni cucciolo per circa 5 secondi al giorno tra il 3 e il 16 giorno un odore nuovo e peculiare come possono essere per esempio le erbe officinali, frutta, fiori, selvaggina, legno, terra, olii essenziali…
Lo scopo di questa stimolazione non è di imporre a un cucciolo la sostanza odorosa, quanto di attivare i suoi recettori e osservare la sua reazione individuale. Tutti i cuccioli, ancora con gli occhi chiusi, annusano attivamente l’odore per poi proporre tre possibili reazioni: indifferenza, gradimento o allontanamento.
A prescindere dalla loro reazioni il contatto precoce con un odore estraneo al loro ambiente e del tutto nuovo crea quotidianamente nuovi collegamenti neuronali, attiva nuove sinapsi e modifica attivamente la neocorteccia che in questa fase è gelatinosa, dinamica, plastica e particolarmente ricettiva.
Questa stimolazione precoce agisce sulla curiosità olfattiva del cane, influenza la velocità di individuazione e discriminazione di una sostanza odorosa e amplifica l’efficienza del sistema olfattivo del cane adulto.
Avere un olfatto più affinato ed efficace incide sulle capacità lavorative in discipline specifiche come caccia, ricerca in superficie, Medical Scent Detection o ricerca del tartufo, ma un cane con eccellenti capacità olfattive ha anche un’attitudine più positiva nei confronti della vita, maggior sicurezza in se stesso ed è meno esposto allo sviluppo di problemi comportamentali.
Riferimenti bibliografici: Early Scent Introduction for Neonate Puppies, G.Watkins, Fisiologia degli animali domestici. Con elementi di etologia, Aguggini, Beghelli, Stimolazione neurologica precoce, Angelo Romanò